Dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande

In apparenza sembra quasi il titolo di un saggio di fisica quantistica o quanto meno di un saggio di filosofia, ma non è assolutamente cosìbig_thumb_ffc1aa82098acf72049d09300437b441. Il significato di queste parole è molto più diretto e semplice di quanto si pensi; è dimostrato scientificamente che ciò che accade nel piccolo si ripercuote sul grande e viceversa, in un universo collegato da un filo (energia) invisibile.

Basti pensare al sistema solare e a come questo segua le stesse dinamiche degli atomi, oppure, rimanendo nel tema del sociale, a come i sistemi familiari ed educativi influenzino i ragazzi ed i loro sistemi interni. In altre parole è come se vivessimo in una enorme matrioska dove ogni elemento ne contiene un altro ed un altro ancora e cosi via, mantenendo le stesse proporzioni.

Ogni ragazzo è un universo che sia nel bene che, purtroppo, nel male segue le regole ed i meccanismi del sistema in cui è contenuto e col quale si relaziona, ripetendo, sopratutto inconsapevolmente, quello che ha vissuto.

Alcune teorie psicologiche, tra le più riconosciute, partono dalla Teoria dei Sistemi ( Von Bertalanffy, 1968) e dalla certezza che “l’insieme è diverso dalla somma delle sue singole parti” (Teoria del campo di Lewin), parti che non sono affatto slegate dalle altre, ma al contrario ne sono connesse tramite “la relazione”.

Ed è proprio qui il gioco (giogo): ciò che si vive, riceve ed osserva… lo diamo, facciamo osservare e facciam vivere.

Il compito arduo è proprio questo, trasmettere, con amore, dei valori e dei principi che diano ai ragazzi la possibilità di esplorare altre parti del proprio universo cosi da “ripetere” e dare il più possibile; concedendogli la possibilità di diventare a loro volta contenitori di altre bambole (ricordate le matrioske?).

Questa piccola spiegazione era dovuta, perché le teorie sono difficili da apprendere se non le ancoriamo a delle esperienze e, qui, volevo raccontarvi una storia; la storia del cosi come… un racconto di vita in cui l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande si incontrano su di un terreno, quello del minore e quello di un giardino…a Pompei in una delle nostre strutture.

 

Cosi come...

…partire da un terreno arido, ma potenzialmente fertile, guardarlo “crescere”, toccare con mano ed infine nutrirsi dei suoi frutti; sembra un po’ come toccare con mano le storie dei nostri utenti…  cosi come si riceve, cosi si dà ed i ragazzi iniziano a sentire l’importanza del prendere in mano la propria vita e ad impegnarsi, insieme, per andare oltre. Ora provate ad immaginare, solo per un attimo, cosa potrebbe riuscire a fare l’amore dei tanti che hanno ricevuto, se potessero “educare” un enorme terreno arido…ma questa è un’altra storia…

Paolo De Gennaro