Nelle connection house della Libia, imprigionati, torturati e costretti ad ogni genere di violenza, ci sono ben 256.000 minori che da soli hanno affrontato il viaggio dai loro paesi di origine, Eritrea, Somalia, Niger, Egitto, Nigeria, nel tentativo di arrivare in Europa. Vivono in condizioni disumane in promiscuità, senza accesso ad acqua potabile e servizi igienici o cibo sufficiente. E’ il dato più impressionante che viene fuori dal primo Atlante dei minori non accompagnati redatto da Save the children.

Una raccolta di dati,storie, mappe, percorsi di questi minori migranti che, dal 2011 al 2016 ha visto triplicare il numero degli under 14 e quadruplicare quello delle ragazze, sempre più giovani, in gran parte nigeriane ed eritree ostaggio della tratta della prostituzione. Mentre 62 mila, uno ogni sei migranti arrivati in italia, ha meno di 14 anni.

L’Atlante, redatto in occasione della Giornata mondiale del rifugiato”, verrà presentato a Milano al Forum nazionale “Proteggere, accogliere, crescere insieme. L’attuazione della nuova legge per i minori stranieri soli”.
Sessantamila, come si diceva, in italia hanno meno di 14 anni. Un dato di  enorme impatto, perchè coinvolge i due terzi del totale, più di 40.000 di loro, il problema dei cosiddetti “minori invisibili”, quello che sfuggono al sistema dell’accoglienza e si affidano ancora ai trafficanti nel tentativo di lasciare l’Italia e raggiungere familiari o amici in altri paesi europei. Sfruttamento, lavoro nero, prostituzione e il loro impiego nei circuiti della piccola criminalità i rischi a cui vengono quotidianamente sottoposti.

Il sistema di prima accoglienza dedicato ai minori soli, dallo scorso anno è basato su 21 progetti specializzati ministeriali che dovrebbero garantire strutture con standard adeguati per un totale di 1000 posti distribuiti in 11 regioni, del tutto insufficienti ad accogliere i piccoli migranti
L’ultimo dato del 2016 parla di 6551 scomparsi, in prevalenza eritrei, somali o egiziani.

Gli “invisibili” passano da Roma e Milano, città di transito, e poi raggiungono i valichi di frontiera a Como o Ventimiglia, dove in molti casi vengono respinti dai paesi confinanti.

Molti però, soprattutto quelli di origine africana, vogliono rimanere in Italia, a studiare e lavorare. Nel 2016, infatti, l’Italia risulta al secondo posto in Europa dopo la Germania per le richieste di asilo dei minori stranieri non accompagnati con oltre 6.000 richieste.

Da dove arrivano? I paesi di origine e le rotte per raggiungere l’Italia Come evidenzia l’Atlante, Egitto, Eritrea, Gambia, Nigeria, Somalia e Siria sono stati i paesi di origine più rappresentati tra i minori non accompagnati giunti in Italia via mare nel corso degli ultimi 6 anni. Considerando il totale di quelli arrivati nel periodo 2011-2016, il gruppo più numeroso è infatti quello di origine eritrea (17,8%), seguito da egiziani (13,2%), gambiani (10%), somali (9,1%), nigeriani (7,9%) e siriani (5,2%), mentre altri paesi dell’Africa occidentale, come Guinea (4,7%), Mali (4,3%), Costa d’Avorio (3,6%), Senegal (3,3%) e Ghana (1,8%), e del Medio Oriente come Afghanistan (2,8%) e Palestina (1,7%), o dell’Asia (Bangladesh, 2,8%), mostrano percentuali più contenute.

Perchè il viaggio. Nel caso del Corno d’Africa, ad esempio, chi parte si lascia alle spalle condizioni di grave malnutrizione (che colpisce 2 bambini su 3 in Eritrea e Somalia), epidemie e povertà estrema, a cui si aggiungono, in Eritrea, violenze e torture, mancanza di libertà civili e obbligo di leva militare a vita per ragazzi e ragazze, e in Somalia le conseguenze dei continui conflitti armati per il controllo dei territori e una grave crisi alimentare a un passo dalla carestia.

I costi: Il viaggio per raggiungere l’Italia può costare 5-6.000 dollari, che comprendono l’imbarco in Libia o in alcuni casi in Egitto, ma non il riscatto dai frequenti rapimenti e le estorsioni da parte delle bande che si scambiano i migranti come merce al confine tra Sudan, Libia o Egitto o lungo il percorso di più di 2.500 km nel deserto.