Povertà educativa: il report promosso da “Con i Bambini”

Spulciando le “banche dati comunali” ci si accorge come ancora la nostra scuola sia non omogenea tra Nord e Sud anche a livello di strutture. Lo sapevamo certamente, ma se non bastasse arriva pure il primo rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia promosso dall’impresa sociale “Con i Bambini”.

È il Mezzogiorno a scontare la più alta carenza di servizi per infanzia e studenti nonostante una presenza maggiore di minori.

Vediamo la voce relativa a “Asili nido e servizi per la prima infanzia”

“Nel 2002, anche per facilitare la possibilità delle donne di accedere al mercato del lavoro e la conciliazione della vita lavorativa con quella familiare, il consiglio europeo tenuto a Barcellona ha posto come obiettivo che entro il 2010 in tutti gli sta- membri almeno il 33% dei bambini sotto i 3 anni avesse a disposizione servizi socio-educativi per la prima infanzia, come asili nido e simili.

“I dati più recenti sul livello nazionale, relativi all’anno 2014/15 e rilasciati nel dicembre 2017, ci mostrano come l’Italia sia ancora lontana dal raggiungimento di questo obiettivo attestandosi attorno alla media del 23% a livello nazionale (357 mila posti disponibili su 1,5 milioni di bambini tra 0 e 2 anni).

“Il dato più evidente è che tutte le regioni del mezzogiorno (con l’eccezione della Sardegna che si attesta al 28%) si collocano al di sotto della media italiana. La copertura è addirittura inferiore al 10% in Sicilia, Calabria e Campania. Quest’ultima ha il più basso indice di copertura in base ai da- 2014/15: solo 6 posti ogni 100 bambini sotto i tre anni.

“I dati aggregati a livello regionale mostrano quindi una minore offerta di servizi per la prima infanzia da parte delle regioni del sud.

Ma la disaggregazione regionale rischia comunque di occultare situazioni di carattere locale molto diversificate, e anomale rispetto al contesto in cui sono collocate”.

Per quanto riguarda invece le scuole sicure la situazione della Basilicata appare come quella che presenta il più alto numero di alunni in zone a elevato grado di sismicità rispetto a quelli in scuole antisismiche.

 

FONTE: www.tecnicadellascuola.it