Lo sguardo di quei ragazzini deve essere il nostro. Non possiamo più ignorarlo

Stanotte li abbiamo incontrati, erano quattro e ci hanno detto di avere 17 anni e di provenire dalla Somalia e dal Bangladesh. Secondo i loro racconti, a bordo della nave erano tra le 800 e le 850 persone e tra di loro c’erano circa 60 adolescenti che viaggiavano nei due piani superiori del peschereccio e di cui ora non si hanno notizie. Non sappiamo se sulla nave ci fossero donne Immigrazione: a Salerno nave Etna con oltre 2mila profughie bambini, loro non ne hanno visti nei piani superiori, ma non possiamo escludere che fossero stipati nei piani inferiori e si siano quindi inabissati insieme al peschereccio.

A al di là dei loro racconti, quello che ci ha colpito profondamente è stato il loro sguardo. Negli occhi e nelle parole di questi ragazzini abbiamo visto il terrore di quello che hanno vissuto. Lo sguardo di quei ragazzi è quello che ognuno di noi deve immaginare di incrociare in ogni momento, per non dimenticare. È lo sguardo di cui il mondo politico deve tenere conto in ogni sua decisione. È lo sguardo che i capi di Stato che si incontreranno dopodomani al vertice europeo non possono più ignorare.

C’è bisogno di un’azione concreta e immediata per dare una risposta a quegli occhi terrorizzati che abbiamo incrociato sul molo di Catania stanotte e rafforzare Triton non è una risposta sufficiente, fino a che non avrà un mandato specifico e delle reali e concrete capacità di ricerca e salvataggio in mare. Per questo motivo Save the Children ha lanciato una petizione internazionale. La risposta è una Mare Nostrum europea e dobbiamo chiederla a gran voce subito.

Giovedì si terrà il vertice straordinario dei Capi di Stato dell’Unione Europea che deciderà della vita e della morte di migliaia di persone.

Fino a oggi, dall’inizio del 2015, sono morte circa 1600 persone nel Mediterraneo. Tutto questo è inaccettabile e intollerabile. Dopo la drammatica tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, in cui si erano contati 366 morti, i politici e le istituzioni avevano detto: “Non succederà mai più”. Ma uomini, donne e bambini, in fuga da guerre, fame e violenze, continuano a morire in mare.

Perché, di nuovo? #WhyAgain? Ogni giorno che passa è una grave responsabilità in più della politica. E con l’arrivo della buona stagione le partenze dalla Libia sono destinate ad aumentare. Non possiamo più aspettare: è necessario mettere subito in campo un’operazione europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo con risorse adeguate e personale specializzato. È inoltre necessario prendere in considerazione la possibilità di un meccanismo di collocazione dei richiedenti asilo e profughi nei vari Paesi membri dell’UE.

Dobbiamo dare una risposta agli sguardi quei ragazzi e dobbiamo supportarli nel percorso difficile che dovranno affrontare nei prossimi mesi. La politica europea, ma anche quella italiana, non può più perdersi in discorsi teorici e deve affrontare subito anche il tema dell’accoglienza: i minori non accompagnati nel nostro Paese sono sempre di più e in Parlamento è ancora bloccata una proposta di legge bipartisan redatta da Save the Children per la loro accoglienza e protezione.

Un paio di giorni fa, di fronte alla notizia dell’ennesimo terribile naufragio, avevo scritto “Non possiamo più stare a guardare”. Ora è tempo di agire, tutti.

fonte: www.huffingtonpost.it

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