“Noi i ragazzi dello zoo di Termini”, reportage UNICEF-L’Espresso sui minori stranieri a Roma

Roma - Stazione Termini i ragazzini, tra cui molti minori  per lo più egiziani, maghrebini si ritrovano  quotidianamente davanti alle vetrine del McDonald’s  di fronte all'ingresso di Stazione Termini in Via Giolitti.

Roma – Stazione Termini i ragazzini, tra cui molti minori per lo più egiziani, maghrebini si ritrovano quotidianamente davanti alle vetrine del McDonald’s di fronte all’ingresso di Stazione Termini in Via Giolitti.

E’ uscito nel settimanale in edicola e sul sito de L’Espresso l’inchiesta “Noi i ragazzi dello zoo di Termini”,reportage sui minori stranieri non accompagnati che si rendono irreperibili – 6.135, secondo i dati più recenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali – dopo essere arrivati nel nostro paese.

L’inchiesta nasce da un’iniziativa dell’UNICEF Italia, ed è stata condotta sul campo dalle giornalista Floriana Bulfon e Cristina Mastrandrea, coautrici anche del video (4’30”) realizzato da Toni Trupia e Mario Poeta.  Guarda il video
Il fenomeno della scomparsa di migliaia di ragazzi giunti in Italia da soli, per lo più attraverso la rotta marittima che collega la Libia alla Sicilia, è per lo più ignorato dai media e dall’opinione pubblica, e persino le istituzioni preposte sembrano non averne una percezione precisa.

Secondo l’ultimo Rapporto di monitoraggio del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, i minori stranieri non accompagnati (MSNA) presenti nel nostro paese al 31 dicembre 2015 sono 11.921 con unincremento del 13% rispetto all’anno precedente.

Oltre metà di essi (6.135, appunto) hanno però fatto perdere le loro tracce dopo la registrazione. In maggioranza a scomparire sono giovani eritrei, albanesi o egiziani – come ad esempio Abdul, il sedicenne protagonista del drammatico video-reportage.

E se in molti casi si tratta di ragazzi che si spostano per raggiungere familiari in altri Stati dell’UE, non pochi, spinti dall’urgenza di procurarsi denaro per sopravvivere e per inviare aiuti a casa, finiscono per cadere vittime di traffici illeciti, fra cui spaccio di stupefacenti e prostituzione minorile.

L’UNICEF Italia sta affiancando le istituzioni della Capitale (Prefettura, Comune, associazioni) per mettere le proprie competenze e risorse in rete con i principali soggetti chiamati a prevenire, monitorare e gestire questo fenomeno.
Fonte: www.unicef.it